Gaio Lecanio Basso
Gaio Lecanio Basso | |
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Console dell'Impero romano | |
Nome originale | Gaius Laecanius Bassus |
Nascita | 3 a.C. circa Colonia Pietas Iulia |
Morte | dopo il 64 |
Figli | Gaio Lecanio Basso |
Gens | Laecania |
Pretura | 32 (praetor urbanus) |
Consolato | 13 gennaio-giugno 40 (suffetto) |
Sacerdozio | magister sodalium Augustalium Claudialium (attestato nel 64) |
Gaio Lecanio Basso (in latino: Gaius Laecanius Bassus; Colonia Pietas Iulia, 3 a.C. circa – dopo il 64) è stato un magistrato e senatore romano, console dell'Impero romano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Lecanio era membro di una gens di origine etrusca ma poi trasferitasi nella colonia di Pietas Iulia[1][2][3][4], probabilmente al momento della sua fondazione cesariana nel 46/45 a.C.[3]
Non molto è noto della sua carriera, che però dovette essere promossa dalle grandi ricchezze acquisite dalla famiglia sin dal tempo delle guerre civili, in cui probabilmente sostennero lo schieramento vincente[3][5]. Attestato come pretore urbano nel 32[6], Lecanio arrivò poi al vertice dello stato romano, venendo nominato insieme a Quinto Terenzio Culleone console suffetto dal 13 gennaio al giugno del 40[7][8][9][10] in sostituzione del princeps Caligola[10], che aveva aperto l'anno come consul sine collega a causa della morte del suo collega console avvenuta poco prima di entrare in carica e che aveva ricoperto la magistratura per i primi dodici giorni di gennaio[11]. Sotto il consolato di Lecanio e Culleone, Caligola procedette ad eliminare gli ultimi resti della congiura di Lepido e Getulico del 39[12], facendo uccidere il cugino Tolomeo di Mauretania[12][13][14] e l'ex prefetto d'Egitto Avillio Flacco[12], e poi ad escogitare, per risollevare la propria fama[12], l'idea di una campagna britannica, mai avvenuta[12][15][16][17]; al ritorno a Mogontiacum, Caligola sembra aver sfrondato le legioni germaniche di quegli elementi sospetti per la vicinanza a Getulico[12][18], e poi tornò a Roma[12], da cui partì ad inizio giugno per andare in Campania per l'estate[12].
Ben ventiquattro anni dopo il suo consolato, dopo aver goduto del favore di Claudio[3][19], Lecanio è attestato come magister sodalium Augustalium Claudialium nell'anno del consolato del figlio, il 64[20]: evidentemente, i rapporti intrattenuti con il figlio adottivo e successore di Claudio, Nerone, dovettero essere anch'essi buoni[3].
Lecanio è inoltre noto come grande proprietario terriero, con immense tenute nel territorio di origine dell'Istria[3]: oltre a terreni nella zona di Matteria, nell'Istria settentrionale[19], Lecanio possedeva sicuramente proprietà olivicole e vinicole nella zona della natia Pola, dove è attestata[3] l'esistenza di una villa rustica con figlina dedita alla produzione di anfore, e in particolare nei territori di Val San Pietro e della sontuosa villa di Val Catena nei pressi di Brioni Maggiore, forse appartenuta proprio a Lecanio[3]. L'estensione dei commerci - anfore con il timbro di Lecanio sono state ritrovate in tutto il nord Italia, nella zona norica di Magdalensberg, nella pannonica Ptuj e anche a Roma[3] - e la diffusione del nomen di Lecanio nei nomi di schiavi e liberti in tutte queste zone attesta la sua straordinaria potenza economica, tale da rendere la sua famiglia probabilmente la più ricca d'Istria, e in ogni caso una delle più ricche[3]. La fortuna dei possedimenti di Lecanio sembra però essere venuta meno con l'età flavia, forse soppiantata dai nuovi commerci provenienti dalla Betica[3].
Figlio di Lecanio era l'omonimo Gaio Lecanio Basso[2][3][21], console ordinario nel 64 e defunto attorno alla metà degli anni 70[21][22]. La stirpe biologica dei Laecanii sembra però essere poi venuta meno, e il console del 64 dovette quindi ricorrere all'adozione di membri dell'etrusca (e quindi ancestralmente conterranea) gens Caecina[3]: egli adottò così il figlio di Aulo Cecina Peto (console suffetto nel 37) e Arria, che assunse così i nomi di Gaio Lecanio Basso Cecina Peto, divenne console suffetto nel 70 e che ebbe un figlio, Gaio Lecanio Basso Cecina Flacco, morto prematuramente a 18 anni nell'80[3][23][24]. Sembra poi che il console del 64 abbia adottato anche un membro di una gens della medesima regione della Venetia et Histria, il poco noto Gaio Lecanio Basso Paccio Peligno[3][21][25].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ R. Syme, Roman Papers, II, Oxford 1979, p. 705; IV, Oxford 1988, p. 374; VII, Oxford 1991, pp. 485 e 622.
- ^ a b PIR2 L 30 (Petersen).
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o F. Tassaux, Laecanii. Recherches sur une famille sénatoriale d'Istrie, in Mélanges de l'École française de Rome. Antiquité, vol. 94.1 (1982), pp. 227-269.
- ^ R. Syme, The Provincial at Rome, Oxford 1999, p. 38.
- ^ R. Syme, Roman Papers, II, Oxford 1979, p. 808.
- ^ AE 1991, 307.
- ^ CIL II, 5792.
- ^ CIL XIV, 2241.
- ^ TPSulp. 19, 46, 53, 79.
- ^ a b A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, pp. 622-625.
- ^ Svetonio, Caligola, XVII, 1.
- ^ a b c d e f g h R. Cristofoli, Caligola. Una vita nella competizione politica, Firenze 2018, pp. 134-139.
- ^ Svetonio, Caligola, XXVI, 1 e XXXV, 1.
- ^ Cassio Dione, Storia Romana, LIX, 25, 1.
- ^ Svetonio, Caligola, XLIV; LXVI; IL, 1.
- ^ Cassio Dione, Storia Romana, LIX, 25, 1-4.
- ^ Tacito, Agricola, XIII.
- ^ Svetonio, Caligola, XLVIII.
- ^ a b CIL V, 698.
- ^ AE 1946, 124.
- ^ a b c PIR2 L 31 (Petersen).
- ^ Plinio il Vecchio, Naturalis historia, XXVI, 5.
- ^ R. Syme, Roman Papers, IV, Oxford 1988, pp. 160-161, 376-377 e 516; VII, Oxford 1991, pp. 485, 552, 622.
- ^ CIL IX, 39.
- ^ CIL VI, 21010.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- PIR2 L 30 (Petersen).
- F. Tassaux, Laecanii. Recherches sur une famille sénatoriale d'Istrie, in Mélanges de l'École française de Rome. Antiquité, vol. 94.1 (1982), pp. 227-269.